L’augurio che sento di farvi in questi giorni è di iniziare il 2025 avendo in mente degli obiettivi importanti da realizzare, ognuno nel proprio campo, che può essere professionale, sentimentale o personale. Ma visto che immagino siate anche appassionati di moda e followerdi Crida, voglio anche aggiungere che l’inizio del nuovo anno è il momento perfetto per ridefinire il proprio stile, dentro e fuori.

Avete presente la parola decluttering? Letteralmente significa “rimuovere oggetti non necessari”, quindi sgombrare, riordinare per guadagnare nuovo spazio, nel guardaroba ma anche nella vostra vita. Lasciatevi alle spalle ciò che non vi rappresenta più e provate ad esplorare con audacia e curiosità il nuovo.

Questo vale sicuramente per le amicizie: coltivate con passione e impegno quelle vere e lasciate andare quelle tossiche o che non aggiungono niente alla vostra vita ma la appesantiscono. Riguardo al look, eliminate senza rimpianto i pezzi che non vi valorizzano e puntate su capi che parlano di voi: un pezzo iconico, una palette di colori che vi illumina, un dettaglio speciale che cattura lo sguardo.

Ma lo stile non è solo apparenza: per essere e sentirsi speciali, lavorate su voi stessi come fareste con un look impeccabile. Detox digitale, una skincare rigenerante e, perché no, un’organizzazione delle giornate che preveda non solo impegni di lavoro o incombenze faticose: tenete in ogni giorno uno spazio per voi, per fare qualcosa che davvero vi piace e vi rilassa, come può essere una passeggiata, un caffè con un’amica, una mostra da vedere o un bel libro da leggere.

Osate un cambiamento nella vostra immagine: un taglio nuovo di capelli, un profumo unico o un accessorio che vi definisce.

Io credo che ogni passo verso un anno migliore inizi con l’intenzione di brillare. E noi di Crida lavoriamo per fare in modo che questo succeda a ogni donna che sceglie i nostri abiti.

La moda è un’estensione di chi siete. Vestirsi è un gioco, certo, ma può anche essere un bellissimo alleato per superare fragilità e timidezze e farvi conoscere agli altri sotto una luce diversa e più luminosa.

Usatela per esprimervi al meglio, perché il nuovo anno aspetta solo voi per lasciare il segno!

Prima di tutto grazie. E ora vi spiego perché.

Se ci seguite sui social avrete visto che gli ultimi mesi per me e Daniela sono stati davvero frenetici. Dopo Venezia, New York e la fashion week di Milano, abbiamo deciso di inaugurare questa stagione autunnale con una serie di Trunk show, vendite speciali di Crida, che ci hanno portato in tante città diverse a presentare la collezione invernale e a incontrare nuove clienti.

Vi dico grazie perché è stata un’esperienza molto faticosa ma anche straordinariamente costruttiva ed eccitante, per l’accoglienza che abbiamo ricevuto, l’entusiasmo che ci avete trasmesso e soprattutto per la gioia di conoscere tante persone simili a noi con cui condividere energia, idee di stile e di vita.

Siamo state a Varese, Montecarlo, Montecatini, Torino, Lecce, Venezia e Roma. Perché abbiamo voluto fare una lunga cavalcata attraverso l’Italia in un momento così difficile per il fashion system? Beh… proprio per questo!

Perché crediamo nella forza del nostro prodotto e non vogliamo sottometterci alle logiche degli sconti selvaggi come specchietto per le allodole. Perché riteniamo che sia utile, in questo momento storico in cui le persone comprano meno nei negozi, incontrare le nostre potenziali clienti e raccontare la filosofia di Crida, i nostri valori, italianità ed eleganza raffinata, ma anche la passione che ci ha spinto a scegliere questo lavoro e che ci porta a selezionare solo tessuti naturali, fatti in Italia e a confezionarli come solo le nostre aziende lombarde sanno fare.

E sapete qual è stata la magia? Il fatto che tutte le donne che abbiamo incontrato abbiano provato, amato e comprato i nostri abiti. Un risultato che è andato al di là delle nostre più rosee previsioni.

Tanti professionisti della moda ci hanno detto: brave, ottima strategia di marketing, si vede che avete studiato la situazione e siete state ben consigliate. Vi confesso una cosa: non è stata una scelta di marketing o di numeri, ma solo di cuore. Volevamo vedere noi stesse come la collezione veniva percepita e tappa dopo tappa ci siamo rese conto di quello che ogni cliente oggi sta cercando: non un semplice acquisto, magari scontato, ma un’esperienza diversa, più profonda per capire il valore delle cose e riuscire a comprare con più consapevolezza.

Oggi più che mai, in questo tempo così complicato che stiamo vivendo, non possiamo più ignorare l’inganno del consumismo imperante, il fatto che si producano troppi capi, montagne di pezzi di abbigliamento non riciclabili che vanno a soffocare le discariche di paesi poveri come il Ghana o il Pakistan, e a fronte di ciò dobbiamo, io credo, imparare ad acquistare ciò di cui abbiamo realmente bisogno, e possibilmente utilizzare quei vestiti a lungo, perché sono fatti bene e sono sostenibili per l’ambiente. Guardate il documentario di Netflix “Buy Now” e sicuramente vi farete un’idea più precisa di quello che sto dicendo.

Il mercato della moda, e non solo quello, è fuori controllo.

Da una parte ci sono i brand di superlusso con una clientela disposta a spendere cifre esagerate pur di possedere quell’oggetto, quella borsa, solo per il brand che rappresenta e non per il suo valore reale che è infinitamente più basso.

Dall’altra ci sono le catene di fast fashion che ogni settimana immettono nuova merce sul mercato, che imita i prodotti di lusso con materiali sintetici e scadenti e spesso con una manodopera sottopagata.

Noi non vogliamo fare parte di nessuno di questi mondi, ma vogliamo rappresentare un lusso possibile, una moda italiana e sostenibile, che abbia un giusto prezzo rispetto alla qualità di tessuti e al lavoro delle manifatture, e che rispecchi le esigenze di donne come noi, che vogliono essere eleganti ma anche eticamente attente a ciò che indossano. E l’unica cosa che possiamo fare per trasmettere questi valori è andare in giro a raccontarli.

Ecco perché è stato utile e costruttivo il Crida tour degli ultimi due mesi, che ci ha fatto capire, con il vostro feedback, di essere nella direzione giusta.

Ecco perché vi vogliamo dire grazie di essere al nostro fianco.

A novembre festeggio un compleanno importante, 60 anni, trenta dei quali passati a lavorare come giornalista in televisione. Gli ultimi quattro, invece, sono stati rivoluzionati da un cambio totale della mia vita professionale con la creazione di una start up, Crida, e con il nuovo lavoro da imprenditrice nel campo della moda. Non mi pento affatto di aver avuto il coraggio di cambiare, ritengo anzi che ogni cambiamento, con tutto il bagaglio di studio e preparazione che impone, aiuti a restare giovane e sia prima di tutto una sfida con te stessa che non può che renderti migliore. Ma mai avrei pensato di arrivare a lavorare in questo settore in un momento così difficile e complicato soprattutto per chi ha deciso nel 2020 di fare nascere un brand basato sull’eleganza in italiana, fortemente made in Italy e assolutamente sostenibile.

Sono a mio parere due i fattori che hanno totalmente ribaltato le regole: da una parte la pandemia che ha radicalmente cambiato le abitudini dei consumatori, meno disponibili oggi a spendere per l’abbigliamento, e alla ricerca piuttosto di esperienze da vivere, come ristoranti, viaggi, week end. Non a caso c’è stato un crollo delle grandi piattaforme di moda on line, con la conseguente crisi di mercati asiatici come la Cina, e la innaturale necessità dei negozi fisici di mettere la merce in saldo poche settimane dopo aver ricevuto i prodotti, pur di attirare clienti. 

Dall’altra parte si è creata una frattura e un divario sempre più profondo tra i brand di lusso che, pur diminuendo sensibilmente i fatturati, continuano ad essere sostenuti da uno zoccolo duro di compratori alto spendenti e il fast fashion che, nato con l’intento sfacciato di copiare rapidamente i modelli dei grandi brand con prezzi bassissimi e materiali ovviamente scadenti , oggi cerca di ampliare la sua fetta di mercato alzando la bandiera della sostenibilità e proponendosi come il nuovo pret a porter che contrasta l’alta moda. 

Bisogna stare attenti però, perché’ le parole e le immagini che alcuni brand usano per lanciare questa sfida non bastano. 

Penso a Zara, ad esempio, con i suoi 7000 negozi in 100 paesi del mondo, con il suo impero da 20 miliardi di dollari di vendite annuali, che ha da poco lanciato una comunicazione pubblicitaria con un’immagine patinata: da Stefano Pilati come designer a una campagna per intenderci non dissimile da quella di Gucci e YSL, per trasmettere l’idea di abiti non solo economici ma anche belli, fatti bene, sostenibili. Ma l’obiettivo è comunque continuare a crescere, con un ritmo del 10% annuo per immettere sempre più abiti sul mercato, che sempre più rapidamente diventeranno fuori moda andando ad inquinare i paesi più poveri dell’Asia e dell’Africa.

I mezzi economici a loro disposizione sono imponenti a differenza di quelli di tantissimi altri brand che occupano una fascia di mercato più piccola ma di qualità più alta, che lavorano sul territorio e usano realmente tessuti naturali, manodopera pagata dignitosamente e devono ovviamente offrire del prodotto a prezzi più alti. E quindi fanno molta più fatica. 

Sapete quanti vestiti vengono prodotti mediamente all’anno? 150 miliardi. Ma noi siamo solo 8 miliardi di persone. 

Persone che potrebbero fare la differenza se scegliessero consapevolmente di comprare meno e di comprare meglio, di scegliere abiti che non siano di fibre sintetiche (anche se sulle etichette il poliestere oggi viene sbandierato come riciclato, sempre plastica resta), di verificare dove vengono prodotti i capi che acquistano.

Crida certamente fa parte di quelle moltissime aziende che producono poco e bene, che spendono tanto per far lavorare la manodopera e scelgono con cura i tessuti da usare, solo con fibre naturali. Facciamo soltanto due collezioni l’anno e crediamo nella moda che dura nel tempo, negli abiti da tenere nell’armadio per anni, nell’eleganza delle stoffe prodotte nel nostro paese. Non facciamo campagne pubblicitarie grandiose perché’ non abbiamo i mezzi e perché’ preferiamo investire nei prodotti e nelle persone. E soprattutto perché’ crediamo fortemente nella moda italiana, in quel pret a porter di qualità’ che non può e non deve sparire per colpa del fast fashion.

Cosa ci hanno rivelato le sfilate della fashion week appena conclusa?

Devo confessarvi che è stato difficile individuare tendenze e trend chiari e definiti. Sembra che molti brand sentissero l’esigenza di proporre un po’ di tutto: dalle trasparenze leggere viste ovunque, ai cappotti oversize decisamente pesanti; dalle modelle in mutande (quasi sempre), agli abiti da sera importanti, spesso asimmetrici, con tagli e spacchi profondissimi. Sembra quasi che nessun tipo di acquirente debba essere escluso, in un momento così difficile per la moda a livello globale.

I mercati asiatici, che in passato hanno sostenuto i fatturati delle aziende occidentali, non sono più un motore trainante, essendo anch’essi in crisi. Inoltre, ci sono ancora due guerre in corso che bloccano aree strategiche come la Russia e il Medio Oriente.

Non dimentichiamo nemmeno che ci stiamo lasciando alle spalle una pandemia che ha cambiato radicalmente le priorità di acquisto. Oggi, la gente è più attenta: pensa meno all’apparenza – ai vestiti e ai beni effimeri – e di più ai valori e alle esperienze. Acquista con più cautela, preferendo investire in una cena fuori o risparmiare per un weekend piuttosto che aggiungere l’ennesimo capo all’armadio già pieno.

Avrete notato anche voi i negozi vuoti nel centro città e i voli low cost sempre strapieni. Il mercato del superlusso subisce meno scossoni, anche se vedere la scritta “Dior” dipinta a caratteri cubitali sulle gonne mi fa pensare che qualche problema lo abbiano anche loro. Ma i brand indipendenti come il nostro, che non hanno alle spalle grandi fondi o investitori, sono i più colpiti da questo terremoto. A mio parere, la strategia da seguire è una sola: concentrarsi su ciò che si vuole esprimere attraverso il prodotto, che non può essere solo una bellissima (e magari importabile) espressione del genio di un designer. Deve essere qualcosa che oggi le persone percepiscono come un bisogno reale, concreto, ben fatto e duraturo.

Mi ha molto colpito lo show dei giovani studenti della scuola di moda Marangoni. I migliori tra loro hanno presentato mini collezioni dal sapore apocalittico: abiti come corazze, di pelle o tessuto, con spalle scolpite e cappucci voluminosi. Un’idea futuristica di un mondo in cui le persone, anziché socializzare, si vestono per proteggersi da un pericolo imminente. Forse hanno ragione loro, ma non è certo questa la moda che vorremmo indossare nei prossimi anni.

Noi apparteniamo a un’altra generazione, quella che ha vissuto il bello del Made in Italy, nato anch’esso in un momento difficile, ma che ha poi riscosso un successo strepitoso in tutto il mondo. Per noi, la moda è ancora sinonimo di gioia, positività e inclusione. Mai come oggi, però, dobbiamo evitare stranezze e tendenze estreme, concentrandoci su un prodotto sartoriale, concreto, facile da indossare e ovviamente sostenibile.

La collezione Spring Summer 2025 che io e Daniela abbiamo presentato all’Hotel Diana risponde a queste caratteristiche di chiarezza, portabilità ed eleganza italiana. è stata apprezzata dalla stampa anche perché si integrava perfettamente con la quiete del bellissimo giardino che ci ospitava, in mezzo al caos della fashion week milanese. Crida vuole essere così: un’oasi di eleganza italiana nella giungla delle tante proposte sempre più seducenti ma effimere che ci circondano.

Se oggi possiamo scegliere poco, scegliamo bene. Se dobbiamo comprare meno, compriamo meglio.

Pronti a ripartire? Noi di Crida sì, con una collezione per l’autunno inverno che rappresenta un ulteriore passo avanti verso un total look da giorno e da sera, super raffinato ma anche easy to wear. Come piace a noi, ormai l’avete capito: il nostro obiettivo è essere eleganti in ogni occasione, ma mai overdressed, mai troppo eccentriche e vistose. Lo stile Crida si riconosce nella qualità dei tessuti, e in questa collezione abbiamo tocchi di luce negli abiti e nei capispalla, ma anche tanto nero e grigio, i colori più facili, più usati in città, più metropolitani, come dice il nome della collezione stessa dedicata a una donna che ama gli abiti ma non rinuncia allo street style.

Le tendenze della nuova stagione sono silhouette che ammiccano agli anni 50/60, trasparenze raffinate sullo chiffon sfumato nelle camicie più nuove e negli abiti da abbinare a blazer rigorosi, un mix di romanticismo e di casual wear. Immancabile il gilet bianco senza maniche con le spalle imbottite, super chic da portare con abito o con i jeans. È ancora quite luxury ma illuminato da bagliori che decorano coat, giacche e abiti, o da sfrangiature che rendono speciali i chemisier in lana e crepella. Non mancano ovviamente gli abiti di seta, ma c’è anche una nuovissima gonna cargo, in faille di lana grigia con camicia abbinata, che rende grintoso l’outfit pur mantenendo lo stile chic. E il nuovissimo Bomber Crida, che non è giacca, non è giubbotto, ma il capospalla must have dell’autunno.

La nuova collezione che trovate sul nostro online e nei migliori negozi in Italia, si chiama Metropoli, ed è nata dalla riflessione che abbiamo fatto sulle esigenze delle donne che ci seguono e che ci comprano. Sono ragazze, così ci piace definirci, che hanno dai 30 ai 60 anni, che abitano in città più o meno grandi, hanno famiglia oppure sono single, ma hanno comunque una vita piuttosto impegnata, tra il lavoro e le esigenze della famiglia, i viaggi o magari le uscite con le amiche. Gli abiti che Daniela e io abbiamo disegnato per questa stagione sono stati pensati per loro, che hanno poco tempo per prepararsi, che sono sempre di corsa, che amano le cose che fanno e ciò che indossano e che sono attente alle esigenze di sostenibilità. Tagli impeccabili, colori speciali, materiali sempre naturali e ovviamente modelli super donanti. La femminilità di Crida scende in strada e diventa ancora più cool e contemporanea. Scoprila sul nostro online e continua a seguire i nostri social.

Anche quest’autunno ripartirà il Crida tour in diverse località italiane e magari avremo occasione di incontrarci di persona. Ma prima ci aspettano il festival del cinema di Venezia e poi New York. Buona ripartenza a tutte!

Abbiamo davvero finito in bellezza il Crida tour di questi mesi portando i nostri abiti nell’isola più magica ed elegante del Mediterraneo. Un partner storico della tradizione caprese, la Parisienne, che si affaccia con le sue vetrine sulla mitica piazzetta, e una capsule esclusiva Crida realizzata in seersucker di cotone a piccole righe pennellate, sono stati i protagonisti di un evento e una collaborazione estiva che ha suscitato molto interesse e curiosità.

Per me e Daniela sono stati tre giorni magnifici di incontri con donne speciali: da Mariaelena Aprea, mente e cuore dei gioielli Chantecler che sono il simbolo dell’arte orafa caprese, a Fiona Swarovski, una delle signore più ammirate e affascinanti dell’isola, a Chantal Sciuto, la dermatologa più amata da chi vuole mantenere la pelle giovane, curata e l’aspetto naturale, alle tante amiche italiane e straniere che sono passate alla Parisienne per provare e comprare i nostri abiti.

Qui sull’isola c’è un modo di vestire molto rilassato e tremendamente chic: sandali bassi, abiti colorati, borse intrecciate capienti e comode. Tutto rigorosamente made in Capri e no logo. Basta una camicia di lino bianco, un cappello di paglia, una gonna di cotone colorato o un abito Crida… per essere perfette durante la passeggiata nelle stradine circondate da bouganville in fiore.

Come faceva Jacqueline Bouvier quando, non ancora signora Kennedy e tantomeno Onassis, andava dritta alla Parisienne a scegliere le stoffe per i suoi pantaloni corti sopra la caviglia (quest’estate tornati di grande tendenza) e i top sbracciati che hanno segnato un’epoca. Erano gli anni ’60 e seduti in piazzetta c’erano Gianni Agnelli, Brigitte Bardot e Alain Delon. Oggi nei ristoranti più frequentati dell’isola ci è capitato di incontrare Zac Efron, Bebe Vio e alcuni calciatori, ma sempre con lo stesso mood caprese: quando iniziano le canzoni napoletane si canta tutti insieme, anche sbagliando le parole, e se parte la musica disco si balla sui tavoli sventolando i fazzoletti.

Il bello di Capri è che pur essendo cambiato il mondo, è riuscita a mantenere intatte le tradizioni, i profumi e i sapori che ancora oggi incantano i turisti e gli habitué.

Se vi capita di passare sull’isola non scordatevi di bere un caffè freddo nel bar Piccolo della piazzetta, accompagnato da un biscottino integrale ai fichi, di andare nelle botteghe storiche a farvi fare i sandali su misura e di fare una passeggiata (con tanti gradini, lo so, ma di una bellezza senza fiato) dall’arco naturale fino ai faraglioni. E ovviamente tenetevi il tempo per passare alla Parisienne per scoprire la capsule esclusiva di abiti Crida.

Buona estate a tutte, care Crida girls!

Ragazze lasciatemi dire un grandissimo GRAZIE!!! Si, proprio a voi meravigliose Crida girls che leggete ogni mese questo editoriale, che guardate e commentate i nostri abiti sulla pagina instagram e soprattutto voi che ci avete accolto in ognuna delle tappe di presentazione della collezione estiva con grandissimo affetto e molto interesse.

Io e Daniela in questi mesi abbiamo voluto girare l’Italia per far conoscere da vicino la moda in cui crediamo e la risposta, grazie anche al passaparola di tante amiche, è arrivata forte e chiara. A Firenze, Milano, Montecarlo (sì, abbiamo fatto anche una tappa all’estero!) Roma e Lecce abbiamo incontrato tantissime donne meravigliose, tutte diverse ma accomunate dalla passione per gli abiti come piacciono a noi: italianissimi, fatti bene e facili da indossare.

Il nostro obiettivo era far vedere, toccare e provare i nostri modelli a tante persone per renderci conto della vestibilità dei capi ma anche delle esigenze diverse di ogni cliente, e il risultato è stato davvero un successo che ci ha sorpreso oltre ogni aspettativa. La soddisfazione più grande? Quando qualcuna arrivava dicendo: mi piacerebbe provare un Crida ma temo che non mi stia bene perché non sono fatta come voi, e vederla uscire dal camerino sorridente con un modello perfetto per la sua fisicità.

La sfida vera che abbiamo voluto raccogliere facendo questo lavoro in età ormai matura è quella di fare abiti per le donne, che stiano bene a tutte le donne. E visto che io e Daniela non siamo né due modelle né due ragazzine, sappiamo bene quali sono i punti critici che vogliamo nascondere e quando realizziamo i nostri modelli siamo ben attente a curare quei dettagli che devono far star bene ogni donna dentro un abito. 

Vi voglio dire anche un’altra cosa: tra una tappa e l’altra di questo entusiasmante Crida Tour, noi stiamo anche finendo di realizzare il campionario della collezione primavera/estate 2025 e quando lavoriamo sullo sdifettamento dei nuovi modelli, come sempre li indossiamo noi stesse (invece di utilizzare le modelle come fanno di solito gli altri brand). In questo modo possiamo meglio valutare come si possa ottimizzare una lunghezza, una piega, uno scollo per fare in modo di essere eleganti ma comode e soprattutto belle. Come le amiche che abbiamo incontrato in giro per l’Italia.

Quindi grazie per tutti i sorrisi che ci avete regalato , per i complimenti graditissimi e per i messaggi di apprezzamento che continuiamo a ricevere e le foto che ci mandate vestite Crida. 

Il nostro viaggio per l’Italia comunque non è ancora finito e, sperando che l’estate meteorologica stia finalmente arrivando, vi diamo gli ultimi due appuntamenti di questo mese: il 14\15\16 giugno saremo per tre giorni a Forte dei Marmi da Shaft Jeans in Via Roma e a fine mese il 28\29\30 giugno arriveremo a Capri dalla Parisienne, un bellissimo negozio proprio sulla piazzetta. 

Quindi, care amiche, continuate a seguire i nostri canali social per avere tutti i dettagli relativi a questi eventi speriamo di incontrarci presto!

Diciamo che finora abbiamo sopportato stoicamente il freddo: termosifoni che si riaccendono (con buona pace degli ambientalisti), cappotto e sciarpa per uscire, nevicate abbondanti in montagna (dove peraltro gli impianti sono chiusi da un pezzo). Ma adesso basta. Dire che non è stata una primavera calda è un eufemismo, ma da maggio bisogna essere ottimisti, perché inizia il mese delle cerimonie: dalla festa della mamma alle cresime, comunioni, lauree fino ai primi matrimoni, una stagione che necessita di condizioni climatiche un po’ più gradevoli per poter sfoggiare i nostri capi preferiti: gli abiti di seta!

In tante ci chiedete consigli per l’outfit perfetto nelle varie occasioni e noi siamo pronte a darvi tutte le risposte e i suggerimenti per non sbagliare mai il look.

Per la festa della mamma vi dico subito che ci sarà un drop dedicato, per non dimenticare mai di fare un regalo alla persona più importante della nostra vita (che di solito è lei!), quindi seguiteci sui social perché troverete una sorpresa.

Per le cresime e i battesimi (e speriamo che nascano un po’ più di bambini nella nostra Italia sempre più anziana) il consiglio è sempre quello di non esagerare. Colori tenui, pastello o polverosi, come azzurro, rosa tabacco saranno perfetti: il modello Trani azzurro midi con le maniche a petalo o uno chemisier perfetto come il Taranto, in seta a pois o in cotone tinta unita, sono particolarmente indicati.

Per i matrimoni abbiamo una scelta infinita di abiti lunghi più formali o più romantici a seconda che la cerimonia sia di mattina o di pomeriggio. Il Como, abito camicia in satin lucido sta bene veramente a tutte, lo trovate nella variante del colore marron glacé o cream a seconda che preferiate tonalità scure o più luminose. Il Castel del Monte verde in chiffon fil coupé argento è adatto a un ambiente più bucolico e meno formale, il Santacangelo in Habotai, con le due varianti di fantasie in verde e in caramel, con le maniche lunghe ma aperte, è particolarmente indicato per le cerimonie in chiesa, così come il modello Ivrea, dalla forma più asciutta con gli spacchi laterali. Per non passare inosservate, soprattutto se nelle nozze avete un ruolo più importante, suggerisco il Vieste in chiffon sfumato o il Beatrice D’Este, entrambi con i veli che coprono le spalle. Se amate i toni accesi il Sant’Agata color orchidea con lo scollo all’americana e le morbide rouches intorno al collo e sulla gonna, è l’abito giusto perché aggiunge un pizzico di sensualità a un outfit che non passa inosservato. Il San Severo in seta sablé di un luminoso blu, con la scollatura arricchita da bottoni gioiello è perfetto per la mamma della sposa o dello sposo: elegantissimo ed estremamente chic.

Infine tante ragazze giovani ci chiedono cosa devono indossare per la loro laurea. La camicia di seta, bianca o colorata è sempre una scelta elegante e vincente. Magari accompagnata da una gonna facile come la Locorotondo, in seta stampata leggermente a ruota e con la coulisse in vita. Ma se vi sentite più a vostro agio con un pantalone, va bene lo stesso.

La cosa più importante da indossare durante la discussione della tesi non è l’abito ma la consapevolezza di avere raggiunto un obiettivo importante, la gioia di essere arrivati fino lì, l’emozione per i progetti futuri. Quindi non serve solo il look giusto, ma anche l’orgoglio, la maturità e la determinazione per iniziare una nuova bellissima fase della propria vita. E congratulazioni a tutte le neo dottoresse!

Pizzica - Abito lungo in chiffon | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Pizzica Abito lungo in chiffon

Abito con motivo chevron dal design romantico e ricercato.

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Murgia - Abito lungo in crêpe de chine | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Murgia Abito lungo in crêpe de chine

Una vestibilità fluida che promette eleganza in ogni occasione.

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Castel del Monte - Abito lungo in seta | Lasciati Ispirare | Crida Milano

Castel del Monte Abito lungo in seta

Abito lungo dall’eleganza tradizionale e semplice.

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La moda per me è e resta un sogno. non solo un bisogno.

Dopo tanti anni da giornalista di moda e ora come imprenditrice continuo ad emozionarmi incantata guardando le sfilate delle grandi maison, che raccontano con i loro abiti qualcosa che va oltre i capi da indossare. La moda rappresenta la narrazione del mondo in cui viviamo, i cambiamenti della nostra società, attraverso lo stile e i messaggi che i designer vogliono dare con il loro lavoro creativo.

Ultimamente stiamo assistendo a cambiamenti sempre più improvvisi e immotivati nella direzione delle griffe, da Dries Van Noten che si ritira a Pier Paolo Piccioli sostituito da Alessandro Michele alla guida di Valentino, piccoli terremoti scatenati dalle esigenze dei grandi gruppi finanziari che muovono l’universo dell’alta moda, guardando principalmente alle logiche del profitto. E una parte di questo sogno sembra andare via…

Noi di Crida, che di questo mondo siamo una orgogliosa briciola, continuiamo a pensare alla moda come un mondo guidato non solo dai soldi, ma dalla bellezza del made in Italy e dalla possibilità di veicolare con i nostri vestiti oltre all’eleganza anche un impegno sociale. Ecco perché voglio raccontarvi questo nuovo progetto. Che parte da molto lontano.

C’è un luogo in Africa, nello Zimbabwe, che si chiama Beitbridge. È una delle zone più aride del paese in cui gli effetti del cambiamento climatico hanno provocato conseguenze drammatiche sulla popolazione locale. Io ci sono stata insieme al Cesvi in uno dei tanti viaggi che ho fatto con loro, uno di quelli che mi sono rimasti nel cuore. Dieci anni fa un aranceto piantato, grazie a Cesvi, in questa regione agricola poverissima ha cambiato le sorti della comunità. Con un sapiente utilizzo dell’acqua fatto attraverso speciali irrigatori goccia a goccia le piccole piante sono cresciute e hanno dato frutti portando soldi e benessere alla popolazione. E sapete qual è la cosa più bella? Il fatto che siano state le donne ad impegnarsi in questa piantagione, prima lavorando i campi e poi poco per volta diventando imprenditrici in grado di aiutare con la questa azienda tutte le famiglie della zona. Cosa c’entra questo con la moda?

Ve ne parlo oggi in questo editoriale perché quel luogo, quelle donne che ho incontrato con le mani nella terra e i bambini piccoli tenuti con una fascia sulla schiena, hanno ispirato un’idea che è diventata concreta e oggi ha un nome. Si chiama Acqua, per l’appunto, ed è un progetto di moda nato dall’incontro mio e di Daniela con un’altra donna bergamasca Dada Arrigoni, una designer che crea meravigliosi gioielli. Insieme abbiamo pensato ad una collaborazione che fosse dedicata al mondo femminile e che avesse un’impronta positiva. Volevamo fare qualcosa che potesse portare un cambiamento, anche piccolo, nella vita delle donne.

Così è nata Acqua, una esclusiva capsule di abiti Crida e di gioielli di Dada Arrigoni. Il 15% del ricavato di questa limited edition che troverete dal 19 aprile sul nostro sito sarà utilizzato da Cesvi per il progetto di sviluppo agricolo in Zimbabwe, che potrebbe estendersi in altre aree e aiutare altre donne e altre famiglie che lottano contro la siccità e la fame.

Crida x Cesvi Crida x Cesvi

Il verde acqua è il colore dominante: una tonalità fresca ed elegante presente nell’abito lungo in chiffon di seta con un fil coupé color argento che abbiamo realizzato pensando alle sere d’estate e negli iconici anelli e bracciali Happy Frog di Dada Arrigoni. Un abito prezioso ma facile da indossare in tante occasioni e gioielli speciali da abbinare. Ma soprattutto una mission tutta al femminile che vuole sensibilizzare verso il problema dell’acqua, del cambiamento climatico e delle emergenze che ne conseguono. L’acqua dà la vita, il verde la speranza e la moda per noi deve sempre essere anche il motore di un piccolo cambiamento positivo. Promosso da tre donne per le donne africane.

Così il sogno diventa realtà.

Cristina Parodi


Per contribuire al progetto e per informazioni www.cesvi.org

La limited edition di Crida sarà in vendita on line su www.crida.it

La capsule di gioielli Dada Arrigoni sarà in vendita nel nella maison di Bergamo e nei rivenditori selezionati www.dadaarrigoni.com

Grazie Re Giorgio per averlo detto: “Sono stufo di vedere una matta che gira in mutande in via Montenapoleone a Milano. Donne trasformate in un oggetto del desiderio… e se c’è un 50 per cento degli uomini che le ama così, c’è un 50 che dice di no”.

La recente fashion week di Milano ha secondo me fortemente ribadito questo appello all’eleganza. Sulle passerelle si è vista più concretezza e stile e meno esibizionismo. Ma nessuno come lui ha avuto il coraggio di esprimere il concetto con simile chiarezza. Vestiamo le donne con eleganza e non solo con provocazioni: questo il suo diktat al termine di una sfilata magnifica e caratterizzata da fiori che sbocciavano sui capi invernali in velluto e sete preziose.

Devo dire che in questa fashion week milanese io ho visto poche follie e tante tendenze portabili ed eleganti. Cappotti magnifici e brillanti, tacchi bassi con gli abiti da sera, allure retrò nelle gonne leggere abbinate a giacche maschili pesanti. È ricomparso perfino il corsetto e il cappello con la veletta, simbolo intramontabile del fascino femminile delle nostre nonne.

Bisogna conoscere il passato, sapere da dove veniamo, per capire chi siamo oggi. La moda non solo è depositaria della nostra storia ma riflette in modo infallibile le vibrazioni e i sentimenti della società attuale. Oggi, di fronte a tante incertezze, abbiamo bisogno di qualcosa che rassicuri: un bell’abito nero di ottima fattura, una borsa elegante, un cappotto caldo che rifletta nella decorazione la luce della speranza.

Un mood che compare anche nella fall/winter di Crida che abbiamo presentato durante la fashion week con un evento a Milano, molto apprezzata dalla stampa. Anche nella collezione Crida del prossimo inverno ci sono capi senza tempo, c’è la grinta del nero e del grigio, la leggerezza dello chiffon sfumato, l’eleganza del pois.

Ma adesso è tempo di primavera e di colore e mai come quest’anno i nostri abiti, che già trovate online e nei negozi, rispecchiano la voglia di leggerezza, di estate e di colore.

Andate a cercarli sul nostro sito per scoprire il mondo di Acqua, questo il nome della collezione, ispirata alla Puglia e alla sua bellezza.

E buona primavera a tutti!